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Angolo Book Crossing

  • Immagine del redattore: Martina Denegri
    Martina Denegri
  • 13 feb
  • Tempo di lettura: 1 min

book crossing martina denegri psicologa psicoterapeuta imperia

A volte, leggere è ritrovarsi in una frase, in un frammento di storia che sembra scritto per noi. è trovarsi e ritrovarsi, è rispecchiarsi. A volte, leggere è riconoscere la distanza, sentirsi altro, straniero, è individuazione. E in entrambe le cose c’è l’esistere. Io sono in quanto me, diverso da te, ma un me visto da te. E così tu.


Le parole tessono narrazioni, aprono mondi, costruiscono significati. Parole come balsamo, come armi, come fatti. Ci sorprendono quando scivolano fuori dall’uso comune e diventano qualcosa di nuovo, un ponte tra ciò che siamo e ciò che potremmo essere. Affascinano al servizio di una dialettica ricercata, che si approssima così abilmente al sentire.


Ci sono parole che accolgono, altre che spostano. Tutte, se scelte con cura, raccontano.


La cassetta per il book crossing in studio per me rappresenta un passaggio, uno spazio di transito tra storie, significati, sguardi. È la possibilità di imbattersi in una narrazione che non stavamo cercando, ma che in qualche modo ci trova.


I libri entrano ed escono, cambiano mani, cambiano senso. Qualcuno lascia un pezzo di sé tra le pagine, qualcun altro lo raccoglie e lo trasforma. È un movimento silenzioso, che assomiglia a quello del pensiero quando si intreccia con un’idea nuova e ne esce diverso.


Ogni libro scelto, preso in prestito o lasciato indietro racconta qualcosa. Di chi siamo, di ciò che riconosciamo come nostro, di ciò che ci spinge oltre. In fondo, leggere è sempre un atto di incontro: con se stessi, con l’altro, con l’inaspettato.



 
 
 

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